Non-executive director e advisor nel settore della tecnologia e dei media, è anche una sostenitrice del "giving back" essendo membro di Angels4Women e Angels4Impact, reti di Business Angels. Nel 2019 è stata premiata come una delle Inspiring Fifty Most Influential Women in Italy per la tecnologia e l'innovazione, nel 2020 è stata riconosciuta come una delle manager di maggior successo all'interno del proprio settore come parte dei migliori Leaders Under 40. Veronica Diquattro è anche Alumna e parte del Comitato Esecutivo di "InTheBoardroom", programma formativo di Valore D.
Lo scorso mese è stata tra gli speaker del primo TEDx italiano dedicato al Venture Capital e all’ecosistema innovazione italiano sponsorizzato da Italian Angels for Growth, insieme ad Azimut e Fondazione Golinelli (Qui il link per vedere il suo talk). Conosciamola meglio.
Nell’innovare, il rischio di sbagliare è inevitabile, la cosa importante è riqualificare un errore e trasformalo in un vantaggio. Qual è la tua esperienza?
Esatto, proprio perché, per definizione, se stai innovando, probabilmente stai facendo tante cose per la prima volta. Nel corso del mio percorso professionale, ma anche personale, ho avuto modo di provare quanto a volte il ‘Fail better’ potesse portare a risultati inaspettati e, a volte, anche più interessanti di un successo lineare. Questo perché l’errore ti costringe a fare un esercizio di riformulazione dei problemi, un passo indietro, esaminando i punti di debolezza e trovando nuovi spazi di soluzione. E, tante volte, la riformulazione o il ‘ pivot’ porta a ridefinire anche il tuo punto di vista della situazione, permettendoti di sfruttare i mezzi a disposizione in modo diverso e riqualificare l’errore. In questo modo il tempo e le risorse già utilizzate non sono del tutto sprecate.
Come si fa a capire quale è la “misura” dell’ambizione? Come si fa a trovare “l’equilibrio”?
L’ambizione, intesa come uno slancio verso una scoperta continua e nuovi obiettivi, può diventare anche una forza irrefrenabile e portare a volte a decisioni ed azioni azzardate, e non sempre di successo. È necessario quindi imparare a gestirla, trovare il giusto punto di equilibrio, la propria personale misura dell’ambizione, che è appunto diversa per ognuno di noi. Sta infatti all’individuo, partendo da una profonda consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, capire come combinare le proprie risorse e la passione per le proprie aspirazioni, avendo sempre in mente l’impatto che le proprie azioni hanno sulle persone e sull’ambiente che ci circonda. In questo modo si potrà vivere un’ambizione sana, sostenibile, che porti ad una crescita positiva per te e per gli altri.
Amante della matematica che cerca quasi sempre nei numeri le risposte, anche quelle alle grandi domande dell’umanità. È possibile contrastare il gender gap partendo dalle discipline Stem?
Assolutamente si, anzi più che una possibilità è uno dei driver fondamentali che sta permettendo di innescare cambiamenti positivi, in ottica di riduzione del gender gap appunto. Sappiamo come sia fondamentale sradicare stereotipi comportamentali e culturali e quanto sia importante farlo attraverso l’educazione sin dai primissimi anni di vita delle giovani. Le discipline Stem, che stanno diventando sempre più rilevanti nel panorama lavorativo attuale, vedono ancora solo il 18.9 % di laureate e, nonostante quest’ultime dimostrino risultati accademici migliori, i dati riportano poi tassi di occupazione e retribuzione più bassi rispetto agli uomini. Per questo, sia nel pubblico che nel privato, deve esserci un impegno costante nella sensibilizzazione e educazione a queste tematiche per far sì che le donne non restino indietro ma, anzi, possano diventare protagoniste dei cambiamenti scientifici e tecnologici del domani.
Tenace, testarda e sempre in movimento, devi molto del tuo carattere alla scelta di uscire dalla tua comfort zone e viaggiare moltissimo. Qual è la tua formula per il successo?
Forse alla base c’è proprio una razionale consapevolezza del proprio punto di partenza, di quello che so e che non so, e quindi la volontà di imparare sempre di più, di crescere in conoscenza ed esperienza. Ritornando sempre al concetto di equilibrio, nel mio caso, l’approccio che mi ha permesso di arrivare a essere soddisfatta di quanto fatto fino ad oggi, è stato forse proprio il giusto mix di curiosità, che mi ha fatto lanciare in nuove avventure, e di una gestione del rischio ‘calcolata’ e pianificata, per rispondere al meglio ai cambi di traiettoria inaspettati.