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Venture Capital in Italia: Costruire il Futuro con Fiducia e Visione | Italian Angels for Growth
30 dicembre 2024

Venture Capital in Italia: Costruire il Futuro con Fiducia e Visione



Un anno di riflessioni e segnali positivi: è il momento giusto per investire, innovare e crescere insieme nel nostro ecosistema.

Cari operatori del Venture Capital, Quest'anno è stato particolarmente intenso per il Venture Capital in Italia. Vediamo molte persone che si interrogano: alcune preoccupate, altre curiose. Come sarà il futuro del nostro ecosistema? È davvero possibile innovare in Italia?

Precisiamo subito: noi investitori non abbiamo una sfera di cristallo. Non possiamo prevedere il futuro, né anticipare con certezza l’andamento del mercato nei prossimi anni. Ciò che possiamo fare, però, è osservare i fenomeni in atto, interpretarne i segnali e riflettere su come contribuire attivamente alla costruzione di un futuro migliore per il Venture Capital italiano.

Una verità spesso sottovalutata, ma che merita di essere ribadita, è che chi sceglie di lavorare in questo settore in Italia lo fa perché crede nelle potenzialità del nostro Paese. Se investiamo tempo e risorse qui, è perché siamo convinti che esista un terreno fertile per creare qualcosa di significativo e di valore.

Oggi voglio condividere con voi perché credo che questo sia un momento propizio per fare Venture Capital in Italia. Il nostro è un ecosistema giovane, senza una precedente generazione di operatori da cui prendere esempio e senza modelli già tracciati che ci indichino la strada. Questo, tuttavia, non deve essere visto come un limite, ma come un’opportunità straordinaria. Significa che ciascuno di noi ha il privilegio di essere un pioniere, di costruire percorsi nuovi e di gettare le basi per chi verrà dopo di noi. Le nostre scelte e azioni influenzeranno profondamente il futuro di questa asset class. Quanto più sapremo generare valore per gli investitori e costruire storie di successo, tanto più il nostro ecosistema guadagnerà fiducia e risorse. Questo richiede, però, un forte senso di responsabilità: dobbiamo essere consapevoli che ogni decisione che prendiamo oggi avrà un impatto duraturo.

Come prendere decisioni giuste in un contesto ancora giovane? Anche senza la capacità di prevedere il futuro, possiamo ispirarci agli ecosistemi più maturi. Non si tratta di copiarli, ma di apprendere da loro per migliorare i nostri modelli e adattarli alla realtà italiana.

Ecco, quindi, un consiglio: dialogate. Confrontatevi con chi ha già affrontato le sfide che state vivendo, con chi ha superato ostacoli simili a quelli che vi aspettano. Cercate di capire i motivi dietro alle loro scelte e come queste li abbiano portati al successo. La condivisione è una delle chiavi per crescere.

Con Italian Angels for Growth (IAG), da tre anni organizziamo Innovation Trip per scoprire come pensano e agiscono altri ecosistemi. Siamo stati in Israele, dove abbiamo imparato come tutto l’ecosistema collabori sinergicamente per creare costantemente nuovi imprenditori; in Silicon Valley, dove abbiamo capito l’importanza di attrarre talenti da tutto il mondo; e a Berlino, dove gli investitori ci hanno mostrato come apportare valore alle società in cui investono. Ognuno di questi viaggi ha aggiunto un tassello fondamentale alla strategia IAG, permettendoci di fare previsioni e ipotesi su come il nostro ecosistema evolverà e su quale ruolo dovrà giocare ognuno di noi investitori in questi scenari. Per chiunque voglia saperne di più: qui trovate i nostri approfondimenti (Israele, Silicon Valley, Berlino). Il prossimo maggio saremo a New York e a Boston, certi di scoprire altre, diverse best practice da integrare nel nostro ecosistema e spunti per le nostre scelte future.

A volte, in risposta a queste riflessioni, ci sentiamo dire “Ok, ma se in Italia mancano i soldi e gli imprenditori, come possiamo applicare le best practice?

Siamo sicuri che le cose stiano proprio così? Negli ultimi 18 mesi, sono stati creati 14 nuovi fondi italiani e 6 fondi internazionali hanno aperto una sede nel nostro Paese. Mai nella storia del nostro ecosistema c’è stata così tanta liquidità a disposizione. I capitali ci sono; ora spetta a noi operatori del VC e agli imprenditori italiani cogliere questa opportunità per generare valore e dimostrare ai più scettici che il modello può funzionare anche qui.

Inoltre, la decisione di fondi internazionali di aprire una sede in Italia rappresenta un segnale fortemente positivo: evidenzia come i nostri imprenditori stiano diventando sempre più attrattivi per i VC esteri, che fino a poco tempo fa investivano raramente nel nostro Paese.

Infine, non possiamo ignorare come l’intelligenza artificiale stia trasformando profondamente il mercato e i suoi comportamenti. Quando una tecnologia comincia a impattare significativamente il modo in cui le aziende allocano budget e risorse, si creano inevitabilmente nuove opportunità. Ogni risparmio di tempo o di costi diventa una possibilità per reinvestire in qualcosa di diverso.

Pensiamo, ad esempio, al risparmio di tempo: se ieri dedicavo due ore al giorno alla scrittura di email e oggi, grazie all’AI, riesce a farlo in trenta minuti, come verranno impiegati quei novanta minuti risparmiati? O ancora, consideriamo i grandi player come Amazon: se oggi ottengono un grande risparmio grazie all’adozione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, dove investiranno quei capitali?

Queste sono domande cruciali che delineano i nuovi mercati emergenti, e la capacità di rispondere a queste domande spetta agli imprenditori. Noi, come investitori, non possiamo prevedere le risposte, ma dobbiamo riconoscere il valore di quegli imprenditori che sanno leggere questi cambiamenti prima degli altri e trovare il modo di posizionarsi al meglio.

Se negli anni ‘80-2000 non abbiamo nemmeno partecipato alla rivoluzione degli hardware e dal 2000 al 2020 abbiamo perso quella dei software, oggi non possiamo permetterci di essere semplici spettatori. Dobbiamo essere protagonisti di questa trasformazione, creando e sviluppando tecnologie, non solo importandole.

Come dicevo, possiamo solo osservare i segnali di cambiamento e provare a interpretarli.

La parola chiave adesso è fiducia.

Il Venture Capital è un gioco di squadra: funziona solo se troviamo abbastanza persone che condividano la nostra visione e vogliano farne parte.

Quindi, per il 2025 vorrei tre cose:

- Più Condivisione: che tutti noi, come operatori, impariamo a raccontare ciò che facciamo e come vediamo il futuro.

- Più Fiducia nell’ecosistema: che crediamo nel suo potenziale per superare l’eccessiva avversione al rischio che ha caratterizzato il nostro mercato in passato.

- Più Responsabilità: che diventiamo consapevoli che ogni scelta che prendiamo oggi plasmerà il futuro del Venture Capital in Italia.

A tutti gli operatori, auguro un 2025 di trasformazione e crescita. Cambiamo insieme il nostro ecosistema.

Con fiducia,

Emanuele Torlonia, Managing Director IAG