30 gennaio, 2025

The Business Angels Outlook by IAG: Un Viaggio nell'Angel Investing in Italia nel 2024



L’angel investing è in piena espansione! I Business Angel, spesso ex imprenditori o top manager, non portano solo capitale, ma anche mentorship e connessioni strategiche. Soprattutto in fase pre-seed e seed, agiscono da soli o in network come IAG, dando una spinta decisiva all’ecosistema startup.

Sono passati solo 30 giorni dall’inizio di questo 2025, ma, probabilmente, sarà la decima volta che sentirete dire che questo è l’anno del VC in Italia - le ultime news di fondi stranieri che aprono sedi in Italia, i primi round già annunciati, i report appena usciti, tutto sembra puntare in questa direzione.

Nell’articolo di oggi, iniziamo ad esplorare chi sono gli attori che potrebbero rendere possibile tutto ciò, partendo dai Business Angels (BA). Perché partire da loro? Perché come IAG, abbiamo visto più di 550 angel unirsi al nostro network nel corso dei nostri 17 anni di attività…Il che ci ha permesso di analizzare da vicino chi sono, come e perché investono, e qual è il loro impatto sull’ecosistema.

Pronti? Partiamo dalle basi: Chi sono i Business Angel?

I BA sono persone con competenze ed esperienze consolidate, spesso ex imprenditori, manager o professionisti, che investono il proprio capitale in startup promettenti. Il loro contributo non si limita al capitale: offrono, mentorship e accesso al loro network, diventando veri e propri partner strategici per le startup, specialmente nelle fasi iniziali (pre-seed e seed), e possono agire da soli o attraverso Business Angel Network (BAN), come Italian Angels for Growth (IAG), unendo forze e risorse.

Fare parte di un BAN significa accedere ad un ecosistema che offre opportunità selezionate, supporto strategico e confronto con altri investitori. Negli ultimi anni, i BA si sono trasformati da figure indipendenti a membri di un sistema collettivo che crea un impatto sull’ecosistema imprenditoriale.

Trovare gli investitori giusti è una delle sfide più complesse per uno startupper. Non basta avere un’idea innovativa, ma serve anche sapere dove cercare.

Analizzando la provenienza geografica dei membri di IAG, emerge una forte concentrazione nel Nord Italia, con la Lombardia in testa, seguita dal Lazio. Questo dato riflette non solo la distribuzione della ricchezza sul territorio nazionale, ma anche la presenza di ecosistemi imprenditoriali e finanziari più sviluppati nelle regioni settentrionali. Il divario con il Sud Italia è significativo e pone alcune domande sulle dinamiche territoriali dell'angel investing.

La scarsità di BA nel Mezzogiorno potrebbe essere attribuita a vari fattori: una minore densità di startup innovative, infrastrutture tecnologiche meno avanzate e una tradizione imprenditoriale storicamente meno orientata verso settori ad alta crescita. Questo, a sua volta, alimenta un circolo vizioso. Meno investitori significa meno capitali disponibili per le startup locali, limitando ulteriormente lo sviluppo dell’ecosistema. Tuttavia, è interessante notare che alcune regioni del Sud stanno cercando di invertire la tendenza attraverso iniziative locali e programmi di accelerazione mirati, che puntano a ridurre il divario nei prossimi anni.

IAG BA distribution

Ancora non siete riusciti a trovare il vostro BA ideale? Potete provare a filtrarli per Background professionale.

Uno degli aspetti più interessanti dell’analisi del network IAG riguarda il background professionale degli angel investor e come questo influenzi le loro scelte di investimento. Gli angel con un passato imprenditoriale - che includono anche liberi professionisti - rappresentano circa il 29% del totale e, in media, hanno un portafoglio più ampio, di 8.74 startup. Al contrario, il restante 71%, composto principalmente da top manager di grandi o medie aziende nazionali e multinazionali  (principalmente C-level e director), si ferma a 5.67 startup in media.

Background

Questa differenza può essere spiegata in diversi modi. Gli imprenditori, per loro natura, sono spesso più propensi al rischio, avendo sperimentato in prima persona le sfide e le incertezze del costruire un’impresa. Questa mentalità li porta a investire più capitale in opportunità di investimento ad alto rischio - come nel caso del Venture Capital appunto. Così facendo, da un lato aumentano il numero di investimenti e di startup in portafoglio, dall’altro sono più propensi ad investire anche in settori che non conoscono bene. Paradossalmente, quindi, riescono a diversificare il proprio portafoglio meglio di altri,  riducendo il rischio. Al contrario, i top manager di grandi aziende, pur avendo una solida esperienza gestionale e di leadership, potrebbero essere più cauti negli investimenti a causa di una formazione che li ha abituati a operare in contesti più strutturati e meno incerti.

Startup in Portfolio

Un altro fattore da considerare è il capitale disponibile per gli investimenti. Gli imprenditori, avendo spesso monetizzato le loro imprese o operando come liberi professionisti, potrebbero disporre di risorse liquide maggiori da dedicare all’angel investing rispetto ai manager aziendali, il cui patrimonio personale potrebbe essere meno liquido o diversificato in altri asset.

Tuttavia, entrambi i gruppi portano valore unico all’ecosistema: se da un lato gli imprenditori possono offrire alle startup una guida pratica e una visione diretta delle sfide della vita imprenditoriale, dall’altro i manager apportano competenze strategiche, di scalabilità e di gestione, oltre che il proprio network settoriale, elementi unici e fondamentali per le fasi di crescita più avanzate. Questa complementarietà è uno degli aspetti più affascinanti dei BAN, dove una grande varietà di background ed expertise diversi si incontrano per sostenere l’innovazione.

Ora, immaginiamo di invertire i ruoli e mettetevi nei panni di un angel investor. Cosa implica fare il BA, quali sono i suoi diritti e doveri?

Fare il BA comporta diversi rischi, ma è anche fonte di grandi soddisfazioni. Imparare quando intervenire e guidare il founder, quando lasciargli spazio e, soprattutto, come costruire il proprio portfolio sono nozioni che tutti i BA dovrebbero conoscere a fondo. Vediamo insieme cos’è emerso dalla nostra analisi.

Nel corso dei 17 anni di vita di IAG, i business angels hanno effettuato il 62%  dei propri investimenti in fase pre-seed, il 30% in fase seed e solo un 8% nelle fasi successive.

Investments by round

I BA sono spesso tra i primi “mecenati” di una startup, offrendo non solo capitale ma anche competenze, network e supporto diretto in fasi di estrema vulnerabilità. Tuttavia, arriva un momento in cui altri player come venture capitalist devono entrare in scena per sostenere la crescita e la scalabilità del business.

Sapere quando “lasciare il testimone” è una delle sfide più complesse ma anche cruciali per un angel. Continuare a supportare una startup con follow-on può essere un segnale di fiducia e di volontà di consolidare l’investimento, e può avere senso in alcuni casi, ma al tempo stesso è importante mantenere un equilibrio e continuare a diversificare il portafoglio con nuove opportunità. Investire indiscriminatamente in un follow-on round dietro l’altro, senza una chiara strategia del perché il potenziale investimento è necessario, trascurando la diversificazione del portafoglio, è un rischio non preso in considerazione da alcuni angel investor alle prime armi.

A proposito di diversificazione: i dati presentati poco sopra sul numero di startup nei portafogli dei nostri BA raccontano una storia in evoluzione. La costruzione di un portfolio diversificato e ben strutturato richiede tempo, esperienza e accesso a opportunità di investimento qualificate. Gli angel che scelgono di far parte di IAG lo fanno proprio con questo obiettivo: costruire un portafoglio ideale, supportati da un ecosistema che facilita la selezione delle startup, che fornisce network e conoscenze, e che riduce gli sforzi individuali. È importante ricordare che non esiste un numero “perfetto” di investimenti, ma la strategia ideale per ogni singolo investitore si sviluppa nel tempo, con pazienza e attenzione.

Il futuro dell’angel investing in Italia passa da qui: dalla capacità di costruire valore nelle prime fasi, dal coraggio di lasciare spazio ai nuovi attori e di trovare la propria individuale strategia di investimento e dalla visione di un ecosistema sempre più maturo e interconnesso.

Per questo mese è tutto, alla prossima e…buon investimento!