24 gennaio 2022

Roberta Bonasoni: “È iniziata una nuova era, quella della donna sapiens”



Roberta Bonasoni, consulente finanziario. Dopo 18 anni di esperienza in banca nel settore Finanza, nel 2016 è entrata in Azimut Capital Management in veste di Wealth Manager e dal 2017 ricopre il ruolo di Specialist Previdenza e Welfare per Azimut Emilia-Romagna, Marche e Umbria.

Tutela del patrimonio in chiave fiscale e successoria, Previdenza, Sostenibilità degli investimenti, Private equity, Servizi alle imprese, tra i tanti focus della sua attività orientata alle esigenze del cliente. Business angel IAG dal 2018. Conosciamola meglio.

Qual è il tuo background?

Ho studiato alla Facoltà di Economia di Bologna in anni in cui i programmi si portavano all’esame per intero, senza sconti, e le lezioni si frequentavano seduti a terra con altri 300 studenti. Ho sviluppato durante gli studi una grande passione per il diritto, per la cooperazione internazionale. Sognavo un lavoro all’estero. Ma i miei progetti di vita, figli in primis, mi hanno portato a scegliere il lavoro sicuro e mi sono ritrovata in banca.

In 18 anni, tutti passati ai servizi finanziari di cui 3 anni alla negoziazione sull’OTC market, ho visto veramente cambiare il mondo: l’avvento di Internet, l’euro, l’attentato alle torri gemelle e tutto quello che ne è conseguito, la crisi finanziaria del 2008, la crisi del debito sovrano nel 2011. Ad un certo punto il lavoro dipendente ha iniziato ad andarmi stretto, “la banca è una caserma” è la mia frase ricorrente, e sono passata all’attività di consulenza finanziaria da
libera professionista. Creatività e voglia di fare hanno avuto il giusto spazio. Si lavora sempre di più con le imprese e si collabora in prima linea con imprenditori e professionisti. Finalmente tocco con mano i risultati del mio lavoro, posso fare la differenza.

Sei entrata a far parte di IAG nel 2018. Puoi raccontarci qualcosa sulla tua scelta di essere business angel e dell’evoluzione di IAG in questi anni?

Mi sono avvicinata a IAG quando mio marito è diventato socio.

In uno dei Retreat a cui ho partecipato in veste di “accompagnatore”, tra cene e chiacchierate, Antonella Grassigli, grande esempio di “angel” che stimo tantissimo, ha colto l’importanza del coinvolgimento di partners e famiglie ed è nata proprio lì l’idea del “Socio Family”. Credo di essere stata la prima ad usufruirne.

Ho scoperto un mondo di frontiera, una finestra sul futuro e soprattutto un capitale umano di grande valore. I business angel sono innovatori, visionari, mettono a disposizione tempo, competenze e capitali e svolgono un ruolo sociale importantissimo di cui pochi in Italia hanno contezza, ad iniziare dalle istituzioni. Se ci mettessimo per strada a chiedere ai passanti cosa fa il business angel, temo che ben pochi saprebbero rispondere. Eppure, con tutta probabilità, il loro futuro posto di lavoro è appena stato creato con il contributo di un business angel.

Quando Azimut ha sviluppato l’offerta di fondi di Private Market, il mio coinvolgimento in IAG mi ha dato un vantaggio enorme: la consapevolezza che fosse la strada giusta, e la cultura necessaria per trasmetterla efficacemente ai miei clienti. Dal private equity alle start-up il passaggio è breve: spesso mi capita di invitare i clienti a scoprire il mondo dei business angel.

Tornando a IAG, in pochi anni ho visto un’evoluzione importante, con l’acquisizione di nuove skills fondamentali e soprattutto un aumento significativo della componente femminile che non ha bisogno di “quote rosa” per affermarsi. Delle menti brillanti e coraggiose in grado di fare la differenza. Ho apprezzato tantissimo l’iniziativa di Paola Bonomo di fare squadra e approfondire la conoscenza tra le socie IAG. La pandemia ha limitato gli incontri in presenza ma abbiamo un gruppo WhatsApp attivo su cui condividiamo aggiornamenti ed esperienze utili a tutte. Sinergie importanti per accrescere la visibilità delle donne angels. L’unione fa la forza.

“Ti piace ‘far succedere le cose’, rendere concreti i sogni”. Quali consigli daresti alle giovani donne per realizzare i propri progetti?

Di credere in sé stesse, di ascoltare la propria “pancia”, di non temere il giudizio degli altri, di essere pronte anche al fallimento, che è solo un momento di crescita.

Una persona che lavora con passione ha il potere di travolgere stereotipi e barriere di ogni genere. Ma questo loro già lo sanno, è agli uomini che va spiegato.

Tra le tue esperienze professionali anche quella di ESG Advisor. I fattori ESG oggi sono il caposaldo dell’Investimento sostenibile e responsabile (Sustainable and Responsible Investing, SRI). Puoi spiegarci qualcosa in più?

È molto semplice. È in atto da tempo un cambio di paradigma. Stiamo abbandonando la logica della supremazia del profitto dell’azionista in un orizzonte di breve termine, a favore di una visione di medio lungo termine che tenga conto anche di altri valori oltre il profitto. Stiamo semplicemente evolvendo.

In base al paradigma dello “shared value” introdotto nel 2011 da Porter e Kramer, accademici di Harvard, le imprese rafforzano il proprio posizionamento competitivo se sono in grado di creare valore, produrre benefici per le comunità nelle quali operano, aiutandole ad affrontare le nuove sfide e a soddisfarne i bisogni.

Tante imprese hanno ormai adottato questa logica nel loro modello di business. Nel medio lungo termine, infatti, sopravvivono le aziende che rispettano i famosi criteri ESG: che impattano il meno possibile sull’ambiente (Environmental); che tutelano gli interessi di tutti gli stakeholders contribuendo al loro benessere, con risvolti positivi sulla produttività (Social); che adottano una governance trasparente e corretta (Governance). Gli investimenti ESG non sono altro che la naturale evoluzione degli investimenti tradizionali e vanno a selezionare e, in un certo senso a “premiare”, quelle aziende il cui modello di business porta profitto e benessere nel medio lungo termine.

Si dice che è una moda, si dice che è un settore “in bolla”. Non è certo una moda, ma una necessità. Si pensi ad esempio agli ingenti danni provocati da fenomeni atmosferici anomali: sono un salasso per imprese e assicurazioni. La domanda di strumenti Esg da parte degli investitori ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni ed è normale che le valutazioni salgano oltre il ragionevole valore. Ma è il futuro. E la sfida sarà mettere a terra quello che per ora è in alcuni casi ancora sulla carta: nuovi processi industriali, nuove fonti di energia pulita più efficienti delle attuali. Deve svilupparsi molto di più l’impact investing, con il finanziamento di progetti specifici. Ma prima di arrivare all’impact investor questi progetti saranno stati intercettati e seguiti da business angel. Ancora una volta i business angel saranno fondamentali. E lì voglio esserci anch’io.

Come concili la vita privata, professionale e l’attività di business angel?

È inutile dire che i potenti mezzi della tecnologia che abbiamo sdoganato a tutti i livelli durante la pandemia, hanno reso possibile quello che un tempo era impossibile.

Posso alternare incontri con i clienti, ricevimenti dei professori e un workshop di IAG senza muovermi dalla sedia e preparare una cena nei ritagli di tempo.

Siamo oltre all’homo sapiens. È iniziata una nuova era, quella della “donna sapiens”.