Mapendo gestisce ed ottimizza la performance degli annunci pubblicitari per i propri clienti, raggiungendo ogni giorno 300 milioni di persone in tutto il mondo. La quasi totalità del fatturato deriva da aziende localizzate negli Stati Uniti ed in particolare nella Silicon Valley, con la restante parte proveniente invece da Europa e Sud-Est Asiatico.
In questa intervista scopriremo di più sulla startup insieme a Lorenzo Viscanti, CEO di Mapendo, Giovanni Strocchi e Nicolò Manaresi, Champion IAG in questo investimento.
LORENZO VISCANTI
Cosa è Mapendo e come nasce?
Io e Marco (Marchini, l'altro fondatore di Mapendo, quello che sa scrivere codici) abbiamo studiato assieme e dai tempi dell'università abbiamo avuto il desiderio di lavorare assieme. Ad un certo punto è arrivata la possibilità di cominciare a fare alcune consulenze nel settore advertising e da lì ad aprire una azienda assieme il passo è stato breve. Mapendo è un insieme di software basati sull’ intelligenza artificiale che ottimizzano l'acquisto di spazi pubblicitari all'interno delle app per conto dei nostri clienti. Gli algoritmi di AI che sviluppiamo ci servono a rendere più efficiente l'acquisto degli spazi pubblicitari, così tanto da non farci più pagare per gli spazi stessi, ma per le vendite che generiamo ai nostri clienti, che sono app (eCommerce, giochi ...). Un meccanismo chiamato "a performance", perché appunto noi ci prendiamo il rischio. Non proprio noi, gli algoritmi che abbiamo scritto! Oltre alle persone che scrivono gli algoritmi lavora con noi anche un bel team incaricato di supervisionare i risultati del software e interfacciarsi con i clienti.
Avete sempre cercato di fare qualcosa che si sostenesse da solo, e fin dal primo mese i primi clienti vi hanno permesso di ‘fatturare’ qualcosa. Mese dopo mese l’attività è cresciuta, sino a rivolgervi ad Italian Angels for Growth. Quanto è importante avere dei buoni investitori dalla propria parte?
Prima di andare dagli investitori abbiamo validato il nostro modello di business con i primi clienti. È importante perché fintanto che un cliente non paga per quello che offri, è difficile essere sicuri della bontà del proprio prodotto o servizio. Ci sono stati tantissimi buoni prodotti, anzi ottimi, che non hanno incontrato il favore del mercato e il cliente è sempre il banco di prova più importante. Nel nostro caso l'incontro con IAG è stato positivo perché abbiamo trovato persone competenti che ci hanno aiutato. Ad esempio, gli algoritmi che abbiamo sviluppato all'inizio ci sono stati suggeriti da Nicolò Manaresi, la contaminazione tra la sua esperienza nel settore biomedicale e la nostra nel software è stata ottima. Giovanni Strocchi invece è la persona che ci ha aiutato ad inserirci nel mondo dell'advertising online, la nostra esperienza era esclusivamente tecnologica e Giovanni ci ha spiegato un po' la visione dal punto di vista dei clienti e dei fornitori, altre aziende che lavorano nel nostro settore e magari sono meno tecnologiche di noi. Il mio consiglio è di cercare in un investitore una persona che possa sostenere l'azienda, non solo dal punto di vista economico.
L'Intelligenza Artificiale viene applicata in ogni campo, dalla finanza alla sanità, fino al turismo. Perché essere presenti in questo settore e quali sono i vostri obiettivi futuri?
Gli algoritmi, il machine learning e l'intelligenza artificiale sono strumenti per affrontare una realtà che è sempre più basata su grandi quantità di dati, che sono usati per prendere decisioni di business più efficienti. L'intelligenza artificiale è uno strumento essenziale perché senza gli algoritmi non avremmo strumenti per interpretare così tanti dati. Nel software l'AI è ormai molto diffusa, ma ci sono tanti settori in cui nei prossimi anni si potranno ottenere grandi vantaggi. Mi viene in mente l'energia, ora in crisi e così importante, oppure l'agricoltura, lontanissima dal software fino ad ora, ma che magari nei prossimi anni diventerà più "algoritmica". La nostra esperienza potrebbe trovare applicazione in tanti altri ambiti. E magari ci verrà qualche idea per applicare gli algoritmi che abbiamo sviluppato in qualche altro campo, lontano dalla pubblicità online.
GIOVANNI STROCCHI
Senior manager con esperienza internazionale nell'innovazione digitale, nell'industria del marketing e dell'AdTech, nei servizi di telecomunicazione e big data. Business Angel (2 Exit, 35 investimenti e membro del consiglio di amministrazione in quattro società). Come nasce la passione per questo settore e cos'è e cosa fa un Champion IAG?
Il settore Marketing Digital e dell’AdTech mi ha appassionato perché in esso ci sono: sia i Brand con le loro strategie di comunicazione e engagement con i loro clienti (e con i loro grandi budget di marketing), sia i Media Publisher in senso esteso che vogliono monetizzare l’attenzione dei loro “lettori/visitatori/viewers/ascoltatori” che hanno coinvolto con grande creatività, sia l’insieme oggi complesso di tutte le tecnologie automatiche di scelta, acquisto ed erogazione di Advertisement.
Tanti attori, tanta complessità, tanta tecnologia e continua trasformazione... di che divertirsi.
Come Champion IAG vivo il mio ruolo come supporto per Lorenzo e Marco nelle decisioni critiche... più che altro a cercare di evitare gli errori che rallenterebbero o farebbero sprecare risorse alla bella macchina che loro hanno costruito.
Quale valore riconosci a Lorenzo e al suo team e perché la scelta di affiancarli nella loro crescita?
Concretezza, velocità, commitment, capacità di adattamento e diversità sono le caratteristiche del team che Lorenzo e Marco hanno creato. Premesse perfette per potere aggiungere un po’ di capitale e un po’ di competenza per supportare la crescita.
Dopo il supporto nelle fasi iniziali, come si evolve il ruolo di Champion nella storia di una startup?
Da valutazione dell’investimento e scenari si passa immediatamente al supporto alle decisioni critiche ed all’organizzazione per la crescita, per poi arrivare alle valutazioni su strategia ed opzioni per il futuro una volta raggiunta la scala iniziale (fase in cui è adesso Mapendo).
NICOLÒ MANARESI
Tecnologo eclettico, inventore, imprenditore e Business Angel, cofondatore di Silicon Biosystems nel 1999 (oggi Menarini Silicon Biosystems). Socio IAG dal 2014. Insieme a Giovanni ricopri il ruolo di Champion IAG in Mapendo. Quanto è importante il feeling con il team imprenditoriale e l’esperienza nel settore della startup che si sceglie di affiancare?
Il feeling con il team è importante perché un clima di fiducia e stima reciproca consente ai Champion di aiutare meglio la società target. Prima di essere un Business Angel sono stato anch’io uno start-upper. Ho vissuto personalmente ed ho una conoscenza diretta del punto di vista “da Founder”. Questo credo mi abbia aiutato nel costruire la relazione. Sia nella fase iniziale di negoziazione del deal, che nelle fasi di difficoltà che inevitabilmente si presentano lungo il percorso, come nella fase attuale che vede Mapendo in forte crescita e proiettata verso l’exit. Una conoscenza del settore di riferimento è senz’altro un valore aggiunto dei Champion, perché consente di aprire delle porte al team dei Founders dare buoni consigli e accedere al capitale relazionale anche in settori molto specifici. Nel caso di Mapendo quest’esperienza l’ha portata Giovanni.
Qual è stato il vostro ruolo e quali le responsabilità che state condividendo in questa esperienza al fianco di Mapendo?
Portando un punto di vista esterno meno legato alle attività day by day, abbiamo una prospettiva che direi risulta utile per un confronto costruttivo. L’aiuto si è concretizzato su diversi fronti, dal favorire dei contatti, a segnalare opportunità, nell’identificare i KPI per l’analisi del Business e concordare gli obiettivi di crescita, nel confrontarsi riguardo a dinamiche di gestione del team. Abbiamo affiancato Lorenzo nella partecipazione al programma TechShare organizzato da EuroNext per valutare le possibilità legate alla quotazione in borsa, e soprattutto con l’avvicinarsi della fase di exit ci confrontiamo in modo produttivo per preparare Mapendo nel migliore dei modi ad un evento di liquidità.
Quali le lezioni imparate?
Direi una conferma dell’importanza del team. Molto concreto, capace e determinato, ha fatto la differenza nell’affrontare le avversità e ha saputo raggiungere obiettivi di crescita e di redditività importanti.