24 luglio 2024

Innovazione e Leadership: Il Percorso di Annamaria Abbinante nel Settore ICT e l'Impegno per l'Imprenditoria Femminile



Annamaria Abbinante è una figura di spicco nel settore ICT e negli investimenti in startup dal contenuto innovativo e tecnologico. Dopo aver conseguito con lode la laurea in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Bari e un master post-laurea in Telecomunicazioni, Annamaria ha iniziato la sua carriera nella progettazione di sistemi di telecomunicazioni e dello sviluppo di soluzioni applicative per grandi aziende. Successivamente, ha ricoperto ruoli manageriali con responsabilità di P/L e sviluppo del business in aziende di rilievo come Ericsson, Etnoteam, EMC2 e Hewlett-Packard.

È stata per 13 anni Partner di Reply, società attiva nell’innovazione tecnologica e nel supporto alla digitalizzazione del business. La sua esperienza si distingue per un forte focus sull'innovazione, l'attenzione al cliente e la trasformazione digitale. Annamaria è business angel di Italian Angels for Growth (IAG) e attivamente coinvolta nell'imprenditoria femminile come membro di Angels4Women. Conosciamola meglio.

Puoi raccontarci qualcosa del tuo percorso formativo e professionale? Come nasce la scelta di studiare Ingegneria Elettronica?

La voglia di studiare Ingegneria Elettronica nasce dall’interesse verso le materie scientifiche e dalla volontà di intraprendere un percorso che mi consentisse di essere sempre aggiornata sulle scoperte scientifiche e tecnologiche. È stato un percorso faticoso, sia dal punto di vista di impegno allo studio sia di confronto con una realtà prevalentemente maschile, ma stimolante.

Hai lavorato con grandi Key Accounts nei settori dell'Energia, delle Utilities e Finanziario per supportarli nella definizione e nell'esecuzione delle loro strategie di trasformazione digitale. Puoi darci qualche esempio di come l'adozione di tecnologie innovative, quali big data, intelligenza artificiale e blockchain, siano oggi fondamentali?

Direi che l’utilizzo di queste tecnologie innovative fa ormai parte della nostra quotidianità e non ci accorgiamo neanche di usarle. Basta pensare alla rapidità con la quale ci approcciamo ora a servizi come la ricerca di un argomento su motori di ricerca Internet, un bonifico istantaneo fatto dal cellulare, l’organizzazione di un viaggio solo attraverso un computer o banalmente la richiesta delle previsioni del tempo chieste a voce la mattina all’assistente vocale che abbiamo in casa per capire quanto l’innovazione tecnologica ci abbia cambiato la vita ed abbia reso facili certi processi della nostra quotidianità.

Se poi pensiamo ai processi aziendali, basta fare riferimento a come la blockchain, tanto nota solo per il bitcoin o per le cripto-currencies, possa, invece, essere utile per prevenire la contraffazione nelle aziende del lusso o possa supportare la certificazione di processi produttivi nel mondo del food. Senza parlare dei big data e delle potenze di calcolo che ci hanno permesso di fare dei passi avanti nell’analisi del genoma umano e che ci porteranno in breve alla ricerca e alla scoperta di cure farmacologiche ad personam.

Business Angel IAG e membro dell'associazione Angels4Women, dedicata alle startup guidate da donne. Come valuti lo stato attuale dell'imprenditoria femminile in Italia e quali consigli offri per affrontare le sfide imprenditoriali?

In generale, credo che l’Italia debba fare ancora tanto per l’imprenditoria e il supporto alle startup. Siamo molto indietro rispetto a contesti americani o europei. Molti dei nostri giovani talenti portano le loro idee all’estero per riuscire a trovare fondi e ad implementarle, soprattutto nella fase di pre-seed.

Per quello che riguarda l’imprenditoria femminile, nello specifico, per quello che ho notato in questi anni di mia personale esperienza nel mondo degli Angel investors, c’è la mancanza di proposte STEM da parte delle donne. In percentuale, credo che ci sia ancora un bias culturale che porti le donne a lavorare in settori poco tecnologici e più focalizzati a contesti umanistici e psicologici.

Come riesci a mantenere l'equilibrio tra l'essere un mentore e dare la libertà alle startup di trovare la loro strada? Puoi descrivere un esempio in cui hai dovuto bilanciare questi due aspetti?

Ammetto che è un tema abbastanza difficile da gestire, in particolare per chi, come me, viene da esperienze lavorative e strutturate e si confronta con situazioni confuse e con giovani che non hanno mai visto una realtà aziendale nella loro esperienza lavorativa. Quello che ho imparato è che non bisogna mai pensare di essere nel giusto, ma ascoltare e capire se c’è qualcosa da imparare anche da un contesto che ti sembra non conforme alle tue esperienze. Tenere la mente aperta è sicuramente un buon approccio.

C'è un libro, una persona o un'esperienza che ha particolarmente influenzato la tua visione professionale e personale?

Sono una persona che legge molto e tanti libri hanno influenzato il mio percorso. In genere tendo a leggere di settori che non conosco e di innovazioni in contesti a me sconosciuti. Anche tante persone hanno influenzato la mia vita personale e la mia carriera professionale, alcune positivamente altre negativamente. Quello che mi ha aiutato tanto in questo percorso di vita e di carriera è stato di non spegnere mai la curiosità, di non rimanere focalizzata in quello che conoscevo già, ma di continuare a studiare e a cercare conoscenza.

Se potessi dare un solo consiglio alla te stessa più giovane all'inizio della tua carriera, quale sarebbe?

Sarebbe stato bello vivere la me stessa di allora con l’esperienza di ora. Molte cose sarebbero state vissute con meno impazienza e più consapevolezza del loro valore, ma purtroppo questo non è possibile. E comunque anche gli errori o l’impazienza della gioventù hanno fatto di me quella che sono.