Questo fenomeno è estremamente rilevante per l'ecosistema delle startup italiane, che dimostrano di avere un grande potenziale e di saper attrarre capitali esteri. Infatti, vantano talenti e competenze tecniche eccellenti e una notevole capacità di adattamento, qualità che attraggono sempre più investitori internazionali in cerca di nuove opportunità promettenti. Questo rappresenta una grande opportunità, ma comporta anche delle sfide importanti da affrontare. Se in passato i fondi VC esteri si concentravano principalmente su realtà italiane in fase di crescita avanzata, le cosiddette scale-up ormai affermate nel mercato italiano e pronte per l'espansione internazionale, negli ultimi anni l’approccio è cambiato. Ora vediamo sempre più fondi internazionali entrare nel mercato italiano investendo anche in startup early-stage, spesso già a partire dal pre-seed.
Ottenere investimenti da fondi esteri non significa solo accedere a capitali, ma anche acquisire competenze, reti di contatti e un supporto strategico per l’espansione internazionale di enorme valore. L'interesse dei fondi esteri porta con sé un know-how che arricchisce l’esperienza dei founder, offrendo nuove prospettive e competenze fondamentali per competere a livello globale. Inoltre, quando i fondi esteri investono in società italiane, i founder non competono più solo con altre realtà locali per ottenere finanziamenti, ma si confrontano con l'intero panorama europeo, elevando così il livello della competizione e della qualità richiesta. Questo supporto può fare la differenza nel passaggio da realtà locali a player internazionali. Con la giusta preparazione, le startup italiane possono sfruttare al meglio queste opportunità, espandendo i loro orizzonti oltre i confini nazionali.
Il futuro dell'ecosistema startup in Italia sembra promettente. Nell’ultimo anno numerose startup con HQ in Italia stanno attirando l’attenzione dei VC internazionali, e iniziative governative. Una parte del merito è dovuta al Fondo dei Fondi (FoF) Internazionale di CDP Venture Capital, che, nell’ultimo anno, ha investito in alcuni dei principali fondi esteri, tra cui Join Capital, Earlybird, Seroba e Partech. L’investimento di CDP in questi fondi rappresenta una grande opportunità per le startup italiane, poiché questi fondi esteri vengono incentivati a investire in startup italiane. Oltre a destinare una parte del capitale raccolto alle startup italiane, i fondi esteri stanno assumendo personale con un focus specifico sul mercato italiano, per comprendere meglio le dinamiche locali e identificare le opportunità più promettenti. In alcuni casi, i fondi scelgono anche di aprire uffici in Italia, creando una presenza fisica che facilita il dialogo con l'ecosistema nazionale e rende più semplice monitorare le startup e supportarle direttamente. Questo approccio non solo porta capitali, ma contribuisce a rafforzare il network e l'infrastruttura del venture capital in Italia. Quest'anno iniziamo a vedere i primi risultati concreti: lo scorso mese, Earlybird ha partecipato al round di Involve Space, con un investimento di €2,5M, affiancato da Takeoff, Unicredit, Fondazione CRT e Plug and Play. Mentre a fine 2023, Partech ha investito €13M in Smartpricing, insieme a The Techshop SGR, Azimut Italia Digitech Fund e ai founders di Bending Spoons. Le prospettive per i prossimi anni sono promettenti, con un aumento previsto degli investimenti esteri nel nostro ecosistema. Tuttavia, sarà cruciale che le startup italiane continuino a innovare e rafforzarsi per competere efficacemente su scala globale.
IAG, si muove in questa direzione, investendo non solo in startup italiane, ma anche in realtà internazionali, con un focus su founder di tutto il mondo dal giorno zero. Negli ultimi anni, il crescente interesse dei fondi esteri verso l’Italia ci ha offerto l’opportunità di espandere ulteriormente il nostro orizzonte.
Proprio per questo, negli ultimi tre anni, IAG ha impostato un framework per selezionare investimenti indiretti per rafforzare il proprio portafoglio internazionale. Abbiamo scelto di collaborare con fondi locali, con expertise e radici profonde nelle rispettive aree geografiche, per accedere a un deal flow di qualità anche in territori più distanti. Tra gli investimenti selezionati, ad esempio, c’è Lombardstreet Ventures che ha permesso agli investitori IAG di accedere a deal nella Silicon Valley, HEARTFELT_ per il mercato DACH, e Catalyst Investments per raggiungere l’ecosistema startup israeliano.
Ma gli investimenti, diretti e indiretti, non sono l’unica via: con un simile obiettivo, IAG dal 2023 ha da subito supportato ed ospita all’interno dei propri spazi MiVC, il primo International VC Hub a Milano, pensato per accogliere i fondi VC stranieri che visitano il nostro Paese in cerca di opportunità di investimento. Molti fondi, quando vengono in Italia per incontrare startup, altri investitori, o anche per approfittare della scena culturale e di business della città della moda, spesso si trovano a lavorare da alberghi o caffetterie, incontrando inevitabilmente disagi e complicazioni logistiche. Per rispondere a queste esigenze, dallo scorso anno MiVC offre loro un workspace dedicato al centro dell’ecosistema VC milanese, mettendo a disposizione desk, phone booth, sale meeting e un ambiente vibrante insieme ad altri professionisti del VC, così che possano sentirsi come a casa propria, ma con la comodità di un supporto e di investitori locali.
I risultati sono stati estremamente positivi. Dal lancio, il 24 settembre 2023, MiVC ha già accolto oltre 40 fondi internazionali, e il conteggio continua a salire. MiVC non è solo un luogo fisico, ma il simbolo di una Milano che aspira a diventare un vero e proprio punto di riferimento per l’ecosistema internazionale del venture capital.
In definitiva, l'interesse dei fondi VC esteri per le startup italiane rappresenta un'imperdibile occasione di crescita per l’ecosistema nazionale. Superando le sfide locali e sfruttando le opportunità offerte dal capitale internazionale, le startup italiane possono diventare protagoniste della scena globale dell’innovazione.
La strada è ancora lunga, ma negli ultimi due anni abbiamo dimostrato che le startup italiane promettenti esistono e che l’interesse dei fondi esteri è reale. Ora, più che mai, è fondamentale che anche noi siamo pronti a cogliere queste opportunità, creando le condizioni giuste affinché l’ecosistema italiano possa crescere e competere a livello internazionale. Il potenziale c’è, così come il talento e il capitale: dobbiamo solo metterli in sinergia per accelerare il cambiamento e rendere l’Italia un punto di riferimento nel panorama europeo dell'innovazione.