Antonella Grassigli è la co-fondatrice e CEO di Doorway SB. Con un background professionale come dottore commercialista e revisore legale, Antonella è anche una fervente sostenitrice dell’imprenditoria femminile e della diversità nei settori tecnologico e finanziario. Come angel investor, è membro di numerosi network, tra cui Italian Angels for Growth (IAG) e il Club degli Investitori, che nel 2021 l’ha insignita del premio “Business Angel dell’anno”. Inoltre, è co-fondatrice di Angels4Women, un’iniziativa che promuove la crescita delle imprese guidate da donne e la partecipazione delle donne negli investimenti angelici.
Laureata in Economia e Commercio presso l’Università di Bologna, Antonella vanta un’esperienza trentennale come Dottore Commercialista e Consulente d’Impresa, nonché una solida formazione internazionale. È inoltre titolare di uno studio professionale a Bologna e Milano, specializzato nell’assistenza strategica a imprese e startup.
Puoi raccontarci il tuo percorso formativo e professionale e come ti sei avvicinata al mondo dell’angel investing?
Sono stata per anni vicina agli imprenditori come consulente, per aiutare e favorire lo sviluppo delle imprese. Ho scoperto il mondo dell’angel investing nel 2016 grazie ad un amico e business angel, che mi ha invitato a partecipare ad una delle riunioni di Italian Angels for Growth: devo dire che quella riunione mi ha veramente cambiato la vita, in quanto fino a quel momento non avevo idea di cosa fosse l’angel investing ed il mondo dell’innovazione e ne sono rimasta totalmente affascinata! Ho fatto, a partire da quel momento, alcuni investimenti e poi, insieme ad altri business angel, ho deciso di creare Doorway, una piattaforma tecnologica nata per favorire gli investimenti diretti in Venture Capital.
Come ha influito la tua esperienza come Dottore Commercialista e Revisore legale nella tua attività di imprenditrice e investitrice?
La mia formazione professionale e l’abitudine a parlare con imprenditori, per cercare di capire i diversi modelli di business mi è stata molto utile. In particolare, anche la verifica della coerenza delle assumptions economico finanziarie e delle regole di ingaggio con gli investitori (i.e. il Termsheet) è qualcosa che verifico sempre quando decido di fare un investimento. Ovviamente valutando l’intero contesto e la credibilità del founding team.
Hai collaborato con molte startup e imprenditori. C'è un esempio di successo che ti ha particolarmente ispirato o motivato?
Ho collaborato e/o investito in oltre 40 Startup/scaleup e devo dire che ho imparato molto da ciascuna: potrei citare tanti esempi di resilienza e determinazione nel cambiare l’ecosistema! Tre imprenditori di cui sono più orgogliosa sono i fondatori di ACBC, Smartpricing e Joinrs: tutti coniugano innovazione tecnologica a sostenibilità. Sono però molto dispiaciuta perché non c’è nessuna imprenditrice in cui ho investito che posso citare.
Qual è la tua visione per il futuro di Doorway? Come vedi l’evoluzione del settore fintech nei prossimi cinque anni?
Il Fintech ha avuto un grande hype negli ultimi anni, ed ora è arrivato il momento di dimostrare la sostenibilità economica: questo porterà ad un consolidamento del mercato e ad una crescita dimensionale delle startup. Penso che per Doorway sia fondamentale diventare un player europeo, anche grazie alla nuova normativa, e dare la possibilità a tutti i potenziali investitori di effettuare scelte di investimento cross border: del resto il venture capital è per sua natura globale e non legato ad un solo mercato.
Co-fondatrice di Angels4Women. Come credi che il panorama dell'imprenditoria femminile stia evolvendo in Italia e quali sono le maggiori sfide ancora da affrontare?
Come dicevo, purtroppo nella mia esperienza e da quanto dicono le statistiche, l’imprenditoria femminile, innovativa e no, ha ancora pochissimi esempi di successo. Del resto, è inevitabile quando le startup fondate da donne sono finanziate molto meno rispetto alle altre, e questo è dovuto al fatto che i fondi di venture capital in cui ci sia un partner donna sono ancora molto pochi, in Italia ed i Europa. Quindi la prima sfida è quella di aumentare i capitali messi a disposizione delle imprenditrici, uscendo dallo schema tipico. Altra sfida è quella che le stesse donne devono cominciare loro stesse ad investire in venture capital e rischiare in proprio: sostenere le imprenditrici a parole è giusto, ma poi bisogna attivarsi concretamente per far sì che il sistema cambi. E se non siamo noi che inneschiamo il cambiamento non vedo come possiamo aspettarcelo da altri!
Come credi che l'educazione finanziaria possa essere migliorata, specialmente tra le donne e i giovani, per favorire una maggiore partecipazione agli investimenti?
Certamente l’educazione finanziaria e la gestione attiva e non delegata della propria posizione finanziaria è la prima regola per poter essere libere: la consapevolezza economica e la conseguente responsabilità è l’unica difesa anche da eventuali soprusi. Dobbiamo quindi impegnarci nel favorire la conoscenza dell’angel investing perché è un modo per imparare e nello stesso impegnarsi a favore di altri imprenditori.
Per concludere, come figura ispiratrice e modello per molte donne nel settore finanziario, quale consiglio daresti a coloro che aspirano a entrare nel mondo della finanza e del venture capital, sia come imprenditrici che come investitrici?
L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di avere coraggio, di non avere paura di sbagliare e di mettersi in gioco, di non rimanere legate allo status quo, ma di avere coraggio di rischiare e anche di perdere denaro: quando investo io penso sempre che il mio denaro sta servendo per costruire nuove imprese, con conseguente crescita dell’ecosistema innovativo. È chiaro che non mi piace il rischio di fallire un investimento, ma comunque il rischio è ampiamente compensato da quanto si apprende e a quello a cui si contribuisce.