29 gennaio 2024

Antonella Chirichiello: Un Viaggio Poliedrico tra Innovazione, Diversità e Sostenibilità



Antonella Chirichiello è Ingegnere professionista, visionaria, creativa, con un atteggiamento positivo e un impegno verso l'eccellenza. Imprenditrice aziendale con approccio multiculturale, esperta d’innovazione tecnologica, open innovation, digital transformation e sostenibilità, ha svolto attività professionale e di consulenza in varie aziende pubbliche e private.

Business Angel di Italian Angels for Growth (IAG), Mentor e advisor di Startup innovative, Antonella è anche autrice di articoli scientifici sui temi di Intelligenza artificiale e Ingegneria del software, e di pubblicazioni formative e divulgative su tematiche di innovazione, project management, e sostenibilità. Conosciamola meglio.

Oggi sei Innovation & Sustainability Manager in una grande società manifatturiera italiana. Puoi raccontarci qual è stato il tuo percorso professionale sino ad oggi?

Il mio percorso professionale è stato tutt’altro che un percorso lineare. Dopo la laurea, ho avuto varie esperienze di lavoro e di formazione che mi hanno dato la possibilità di viaggiare all'estero e mettermi alla prova in diversi settori, ricoprendo diversi ruoli. Una traiettoria che più che una scalata verso una destinazione, possiamo definire come un viaggio tra episodi, in cui ho perseguito opportunità di occupazione seguendo le mie passioni e le mie attitudini.

Quando sono entrata nel mondo del lavoro di certo non avevo in mente una figura professionale ben definita. Anzi, devo che dire che nel tempo ho costruito la mia attuale professione proprio grazie alle varie esperienze che ho vissuto e ai progetti di cui sono stata protagonista. Ripensando a questo percorso posso riconoscere però una vocazione professionale, proprio grazie alle tracce e agli indizi che emergono lungo tutte le esperienze vissute. Tracce ed indizi legati appunto da un unico filo conduttore che è sempre stato l’interesse per l’innovazione tecnologica e le tecnologie digitali.

Sono partita nel mondo dell’Università studiando le tecnologie digitali a scopi di R&D, per poi comprendere come sfruttare le stesse per perseguire opportunità di innovazione e sviluppo business. Ed oggi mi trovo a guardare ulteriormente avanti immaginando come le tecnologie digitali possano essere proficuamente impiegate per indirizzare temi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Come ti sei avvicinata al mondo delle startup e come nasce la scelta di diventare business angel di Italian Angels for Growth?

Ho conosciuto il mondo delle Startup durante la mia esperienza in Silicon Valley, nel 2009, dove mi ero recata grazie ad una borsa di studio Fulbrigth presso la Santa Clara University. Quando sono partita per gli Stati Uniti avevo da poco terminato il mio dottorato di ricerca e non avevo molta consapevolezza di cosa fossero le Startup né di quali fossero gli altri attori dell’ecosistema in grado di favorire lo sviluppo delle Startup attraverso dei finanziamenti.

Tornata dalla Silicon Valley, ho cominciato a prendere contatto con l’ecosistema dell’innovazione italiano, collaborando dapprima con una Startup per poi passare al mondo Corporate occupandomi di iniziative di Open Innovation per favorire la collaborazione con Startup, incubatori, acceleratori, e fondi di investimento.

La decisione di far parte di IAG si fonda sull’idea di entrare maggiormente in contatto con l’ecosistema degli investitori e, da una prospettiva diversa da quella in cui mi trovo attualmente, comprenderne meglio le dinamiche e magari costruirci sopra una nuova professionalità. E per questo devo ringraziare le socie IAG Carolina Gianardi e Anna Amati che hanno ascoltato le mie richieste e mi hanno presentata all’associazione, assecondando così il mio desiderio di partecipare a IAG come socia a tutti gli effetti.

Come hai integrato e come hai promosso il concetto di diversità e inclusione nelle tue iniziative professionali?

Le mie esperienze internazionali e il mio variegato percorso lavorativo mi hanno consentito di ampliare i miei orizzonti, aprirmi al confronto con persone di diversa nazionalità, collaborare con team multidisciplinari e partecipare alla risoluzione di problemi sfidanti. In tutti i contesti in cui mi sono cimentata, ho sempre cercato di esprimermi in maniera chiara e sincera, e ho provato a contribuire alle sfide poste al meglio delle mie possibilità, senza mettere in discussione la mia identità e il mio background, e l’identità ed il background degli altri membri del team con i quali ho collaborato.

Cerco sempre di mantenere questo approccio in ogni iniziativa professionale in cui sono coinvolta, invitando anche le persone con cui collaboro a fare lo stesso, affinché ciascuno di loro possa avere l’opportunità di esprimere al massimo le proprie potenzialità. Coinvolgimento, valorizzazione, condivisione e ascolto sono tutti elementi fondamentali per garantire elevati livelli di inclusione e quindi di produttività nei gruppi di lavoro.

Cosa significa concretamente mettere le persone al centro delle dinamiche aziendali e quali sono i benefici tangibili nel contesto dell'organizzazione e delle relazioni professionali?

A mio avviso mettere le persone al centro delle dinamiche aziendali significa focalizzarsi sul benessere, lo sviluppo e il coinvolgimento delle persone come elemento centrale delle strategie e delle decisioni aziendali e su cui fare leva per portare l’azienda ad elevati livelli di competitività. Per ottenere ciò, le organizzazioni dovrebbero in primo luogo riconoscere l’importanza degli individui come una risorsa chiave per il successo dell'organizzazione, e dovrebbero adoperarsi mettendo in atto una serie di iniziative e strumenti per sviluppare ed accrescere l’intelligenza emotiva dei propri dipendenti come risorsa chiave per il successo dell'organizzazione stessa.

In generale, l’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, gestire e utilizzare le proprie emozioni e quelle degli altri. Le persone dotate di intelligenza emotiva sono in grado di identificare facilmente le emozioni provate da loro stesse e dagli altri, e sono anche in grado di regolare le proprie emozioni sfruttandole per portare a termine vari compiti e responsabilità, aiutando al contempo gli altri a fare lo stesso.

L’importanza dell’intelligenza emotiva in ambito lavorativo è evidente: giova ai dipendenti, poiché migliora il benessere aziendale attraverso la costruzione di rapporti di fiducia tra colleghi, e favorisce i risultati professionali grazie ad un maggior livello di ottimismo e fiducia nelle proprie capacità individuali; diventa essenziale per i leader perché consente di stabilire rapporti costruttivi con i propri collaboratori, cogliere, facendo leva sul proprio intuito, le correnti emotive che si stabiliscono tra i membri della propria squadra potenziando quelle positive e deviando da quelle distruttive.

L’intelligenza emotiva gioca anche un ruolo significativo nella promozione della diversità e dell’inclusione sul posto di lavoro cui si accennava nella domanda precedente. I team multiculturali e interdisciplinari devono imparare a capirsi in modo efficace, a esprimere i propri pensieri e opinioni e ad adattarsi alle differenze individuali. Allo stesso modo, i dipendenti devono gestire interazioni sempre più complesse con clienti, colleghi e collaboratori di tutto il mondo. Pertanto, la capacità emotiva di empatizzare, coinvolgere e lavorare con persone di altri gruppi sociali migliora le prestazioni aziendali e l’efficacia in queste situazioni interculturali.

Ti definisci una persona “poliedricamente ricettiva”. Quali sono le sfide più significative che hai dovuto affrontare nella tua carriera e quali sono i successi di cui sei più orgogliosa?

Il termine "poliedricamente ricettiva" rispecchia perfettamente il mio essere una persona aperta, versatile e in grado di accogliere e comprendere una varietà di idee, opinioni, esperienze e prospettive. Questa caratteristica si fonda sulla mia predisposizione ad esplorare, apprendere e adattarmi a diverse situazioni e punti di vista.

Sono tanti i progetti di cui sono stata protagonista e per cui mi sento orgogliosa dei risultati raggiunti. Indubbiamente l’esperienza più significativa della mia carriera è stata quella fatta in Silicon Valley. Lì ho avuto modo di confrontarmi con persone molto interessanti e più poliedricamente ricettive di me, che mi hanno ispirato e stimolato a mettermi ulteriormente in gioco. Tra tutte le esperienze lavorative che ne sono conseguite successivamente, forse, direi che il risultato migliore ottenuto è stato quello di essere riuscita a districarmi nelle difficoltà facendo leva sulle mie forze e imparando dagli errori. In questo percorso di evoluzione, la sfida più grande è stata anche quella di non perdersi d’animo e riconoscere i propri gap di conoscenza e competenza, che ho cercato di colmare dandomi ulteriormente da fare investendo sulla mia formazione.

In tutti questi anni sono, quindi, arrivata alla consapevolezza che ci vuole tempo per costruire una carriera ma non è mai troppo tardi! Non esiste una soluzione miracolosa. Tuttavia, trovare mentori e trarre ispirazione dalle persone nel tuo network può essere utile per superare gli inevitabili intoppi di un percorso professionale ambizioso.

Quali consigli vorresti dare alle nuove generazioni, in particolare alle donne, che aspirano a una carriera nell'ingegneria e nell'innovazione?

Il consiglio che mi sento di dare alle nuove generazioni, e soprattutto alle donne che aspirano ad una carriera nell’ingegneria e nell’innovazione, è quello di non aver paura delle proprie ambizioni e di coltivare le proprie passioni senza temere il giudizio degli altri, o peggio, preoccuparsi di fallire.

Gli strumenti migliori per nutrire le proprie ambizioni e trovare così il proprio spazio nel mondo del lavoro sono, appunto, immaginazione, curiosità, passione e desiderio. Elementi che però da soli non bastano. Questi devono necessariamente essere affiancati da studio e sviluppo continuo di nuove conoscenze e competenze, soprattutto in ambito tecnologico.

Continuous learning, coinvolgimento emotivo e divertimento costituiscono una ricetta unica per la definizione ed il mantenimento di una professionalità oggettiva, senza connotazioni di genere, elemento fondante per districarsi nel mondo del lavoro senza lasciare spazio a dubbi sulle proprie capacità e abilità.